Stefano Venezia
tecnico del pensiero | thought technician
annòto, dipingo, ricerco la relazione tramite l’arte e nella relazione trovo l’arte | I take note, I paint, I search for the relationship through the art and in the relationship I find the art
statement
É limpida nella mente l’immagine di me ragazzino che cammino lungo un viale alberato.
Il mio viaggio ha tre prerogative, non è in solitaria, scelgo di cedere pezzi in cambio di tempo, non esistono situazioni immutabili ma solo situazioni da vivere. Autodidatta, applico una formazione tecnica e metodica nel tradurre i sentimenti. Preparo nei dettagli azioni e installazioni derivate da articolati progetti, definiti nella formula ma senza limiti temporali.
La mia unicità dialoga e si confronta con tutto il resto: attingo l’energia necessaria all’espressione del pensiero. Ecco allora il laboratorio creativo indipendente, le installazioni itineranti con l’utilizzo di piccoli contenitori e questionari, le analisi del paesaggio, il coinvolgimento di abitazioni per attivare esperienze conviviali, la raccolta di intimi indizi per tradurli in ritratti inaspettati. Tutto questo avviene per una volontà di ricerca che mi concede nuove relazioni e perché nella pratica artistica risolvo i miei cambiamenti quando supero incertezze e mi rinnovo.
It’s clear in my mind the imagine of me teen that walk along tree-lined avenue.
My journey have three qualities, it’s not lonely, I choose to leave pieces in return for a time, don’t exsist immutable situations but only situations to live. I apply a technical and methodical development to translate the emotions. With details, I prepare actions and installations originated by articulate projects that are defined with a formula but without temporary limits.
My uniqueness dialogs and compare itself with all around: I collect necessary energy to express the thought. So appears an independent creative studio, the itinerant installations using little boxes and questionnaires, the landscape’s analysis, the engagement of houses to activate convivial experiences, the collection of intimate signs and explain them in unexpected portraits. All of this happens by a will of research that gives me new relationships and because with the artistic practise I solve my changes when I go beyond uncertainty and reinvent myself.
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